Qualora, con
testamento, sia nominato erede un soggetto non ancora concepito, finché non si verifica la condizione
della nascita o non sia certo che non si può più verificare è dato all’eredità un
amministratore. secondo l’articolo 642 del
codice civile: «l’amministrazione spetta alla persona a cui favore è stata disposta la sostituzione
ovvero al coerede o ai coeredi».
ll Codice civile prevede, in realtà, che possa essere nominato erede anche chi non è ancora concepito, tuttavia questa possibilità è limitata
alle disposizioni testamentarie. In altre parole, solo un’espressa volontà
del testatore può attribuire diritti successori al figlio non ancora nato, né
concepito. La successione per rappresentazione non può invece riguardare “persone
future” ma solo persone già nate o concepite.
Piuttosto singolare la vicenda di cui si è occupata di
recente la Corte di cassazione (sentenza n. 4.621 del 2012).
Un signore rinuncia all’eredità del
padre. Diversi anni più tardi, diventato a sua volta padre di
una bambina, si pente di avere rifiutato il patrimonio paterno e si rivolge
al tribunale sostenendo che sua figlia deve essere considerata erede universale
del nonno “per rappresentazione”. Secondo il Codice civile, infatti, i
discendenti dei figli (e dei fratelli e delle sorelle) del defunto acquistano
la qualità di eredi al posto dei loro genitori se questi non possono o non
vogliono accettare l’eredità. La tesi dell’uomo non trova accoglimento. La
Corte di cassazione, in particolare, ha chiarito che la “rappresentazione”
funziona solo a beneficio di coloro che al momento dell’apertura della
successione siano già nati o concepiti, non a favore di coloro che sono venuti
al mondo diversi anni dopo. Dunque se la bambina fosse nata prima della morte
del nonno o nei trecento giorni immediatamente successivi (per legge, infatti,
si presume concepito chi è nato entro i trecento giorni dalla morte della
persona della cui successione si tratta) avrebbe avuto titolo per succedere al
posto del padre. Poiché la piccola era nata anni dopo, al momento della
successione non esisteva (né come nata, né come concepita) e quindi non
poteva ereditare.
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