venerdì 25 gennaio 2013

Aumenti delle pensioni più 3% ma non per tutti



16, 7 milioni i pensionati in Italia, che percepiscono in media un assegno annuo lordo di 15.471 euro

Dal 1 gennaio 2013 le pensioni aumentano la misura del 3%, ma non per tutti. Anche quest’anno la “perequazione” scatta solo sulle pensioni pari o inferiori a un deter­minato importo. L’indice di rivalutazione, stabilito s­ulla base della variazione Istat del costo del­la vita, è fissato in via provvisoria. Eventuali conguagli, derivanti dalla differenza tra il coefficiente provvisorio e quello definitivo, saranno corrisposti a gennaio 2014.
Per l’anno 2012 il dato definitivo dell’aumento delle pensioni è pari al 2,7%, rispetto al 2,6% applicato in via provvisoria dal 1° gen­naio 2012. Il conguaglio a credito spettante, pa­ri alla differenza tra il dato provvisorio e quel­lo definitivo (0,1%), è in pagamento a gennaio.
La Riforma Monti (Dl 201/2011) ha stabi­lito che per il 2012 e il 2013 la rivalutazione automatica sia riconosciuta solo sulle pensioni d’importo complessivo pari o inferiore a 3 volte il trattamento minimo Inps. Pertanto, nel 2013, l’aumento del 3% spetta solo sugli as­segni sino a 1.443,00 euro mensili.
La norma prevede un correttivo a favore dei pensionati la cui rendita superi di poco il limite pari a 3 volte il minimo. Qualora, infat­ti, l’importo complessivo delle pensioni sia superiore a tre volte il trattamento minimo, ma risulti inferiore a questo limite incremen­tato dall’aumento della rivalutazione spet­tante (1.443,00 + 3% = 1.486,29), va comun­que garantito un incremento fino a concor­renza di tale limite maggiorato. Nel 2013, quindi, alle pensioni d’importo compreso tra 1.443,00 e 1.486,29 euro viene riconosciu­to l’aumento di rivalutazione fino a concor­renza del limite di 1.486,29 euro.
Per i pensionati titolari di due o più pensio­ni la perequazione avviene in modo unificato, cioè il calcolo dell’aumento è effettuato sulla somma dei trattamenti corrisposti sia dall’Inps sia da altri enti previdenziali presenti nel Casellario centrale. (fonte: Famiglia Cristiana 4/2013 - autore dell'articolo: Paolo Ferri)

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